L'incorporeità.

«Basta, mi sono stufata della nostra relazione! Sparisci per notti intere e torni solo all’alba!»
«Aspetta, calmati... lascia che...»
«No, non mi dire calmati! Non c’è niente da fare, sei un egoista! Non pensi al nostro futuro?»
«Ascolta, devi capire che...»
«Io non devo capire nulla! E’ ora di finirla! Terrorizzi i miei amici con i tuoi stupidi scherzi!»
«Si, ma...»
«Ho esaurito la pazienza! Per sempre! Non è modo di comportarsi!»
«D’accordo, però...»
«Devo cercarti ogni sera per le strade della città, mentre importuni le signorine!»
«Se solo potessi...»
«Sembri un punkabestia con tutte quelle maledette catene!»
«Certo, ma il problema è che...»
«Stai zitto! Non ti cambi mai il vestito e sparisci nel nulla quando mi servi!»
«Bè, vedi, il fatto è che...»
«Stai zitto, ho detto!»
«Potrei solo...»
«Taci! Io ho bisogno di affetto, coccole, della tua presenza materiale... ho bisogno di... corporeità!»
«Ma di che diamine stai parlando!? Sono un fantasma!»

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Scrissi questo breve dialogo circa cinque anni fa, per un concorso letterario.
Lo riesumo dalle nebbie del tempo dopo una buia nottata di incubi spettrali...