22.1.08

Qualcosa nel buio...

Da qualche minuto sento la presenza di qualcosa, nel buio della mia cameretta. Alzo le coperte fin sul naso e mi rannicchio ma la presenza si fa più forte. Vorrei chiederle chi è, cosa vuole ma sono paralizzato.
Un rumore. E’ proprio vicino a me!
Mi sporgo leggermente dalle coperte, alzo la testa e lo vedo! Un bambino dorme sopra di me!
«Aaaaah!» urla lui.
«Aaaaah!» urlo io da sotto il letto.
«Chi sei?» mi chiede tremando.
«Sono il mostro sotto il letto! E tu chi sei?»
«Sono il bambino sopra il letto!»
«Allora eri tu... »
«...a fare quei rumori?» ci chiediamo in sincrono.
«No!» rispondiamo insieme, mentre ci giriamo verso l’armadio che comincia ad aprirsi con un cigolio.
«Aaaaah!» urla lui.
«Aaaaah!» urlo io da sotto il letto.
«Aaaaah!» urla qualcuno dall’armadio. «Chi siete?»
«Sono il bambino sopra il letto»
«Sono il mostro sotto il letto»
«E tu chi sei?» chiediamo.
«Sono il mostro dentro l’armadio. Siete stati voi a fare quel rumore?»
«No!» rispondiamo mentre ci giriamo tutti e tre verso la finestra che si apre di scatto.
«Aaaaah!» urliamo in stereofonia, insieme a qualcuno fuori dalla finestra.
«Chi siete?» chiede l’albero nero del giardino.
«Sono il bambino... mostro sotto... l’armadio» rispondiamo nella più completa confusione. «E tu chi sei?»
«Sono l’albero nero del giardino» risponde lui scuotendo i rami lunghi e scheletrici. «Siete stati voi a fare quel rumore?»
«No!» rispondiamo in coro mentre ci giriamo tutti e quattro verso un angolo buio della stanza.
«Aaa...!»
«No! Non sono stato nemmeno io!» taglia corto l’uomo nero risparmiando urla e domande.
Dei passi nel corridoio!
Ci giriamo tutti verso la porta!
«Oh mio dio!» urlo. «Sono i... genitori!»
«Aaaaaah!»

3 commenti:

Daniele Cascone ha detto...

Non c'è che dire, troviamo in questo testo tutti gli elementi semantici e strutturali che caratterizzano la poetica del Bruko-Coniglio.
Notare come l'autore, chiaramente impersonato nella figura dell'uomo nero, porti il tòpos dal locus amoenus fino al locus horridus (interiore). Didascalicamente pignolo, egli riesce a sintetizzare il dramma interiore del bambino che si appresta a diventare adulto nell'affrontare le sue paure. Paure causate dai mostri che popolano la sua stanza e dai genitori che progressivamente assumono un ruolo sempre più minaccioso.
Farebbe meglio a farsi le pugnette, come tutti.

Brukoniglio ha detto...

O_O

Corro a farmi le pugnette... sigh... Nessuno mi capisce... BUAAAHHHH BUAAHHHHH :°°°°(

Anonimo ha detto...

Concordo con Daniele Cascone, attraverso la somministrazione del test della famiglia si evince una famiglia alquanto strana e anomala che usa nascondersi in posti inconsueti, modello comportamentale alquanto dubbio...propongo l'affido!