25.1.08

Kangoo Lsd

Era una bella giornata. Le feci alcuni apprezzamenti pesanti e lei minacciò una denuncia. Così uscii dalla casa, lei mi disse: «Stronzo!». La guardai e le consigliai di fare battute più eleganti perchè il racconto era ancora lungo e magari sarebbe ricomparsa nella narrazione. Presi uno stretto sentiero, me lo misi in tasca e imboccai una strada un pò riottosa nel cibarsi. Gli alberi erano alti e frondosi, cadeva qualche foglia imbranata e un leggero venticello mi alitò sul collo: gli chiesi di lavarsi i denti ma lui volò via altrove. Passeggiai a lungo, fino a quando arrivai ad un’apertura nel sentiero: stava urlando come uno spiazzo e decisi quindi di cercare un luogo più sano di mente. Oltrepassai un crocevia, facendomi strada fra icone religiose e tabernacoli e trovai una gatta sù di giri: correva come un’ossessa a destra e sinistra sfornando gattini sul prato. Uno di loro si avvicinò, cercando di farmi il gioco delle tre carte: anche stavolta la gatta frettolosa aveva fatto i gattini biechi! Mi allontanai a grandi passi da quel luogo, devastando una foresta con le mie scarpe giganti. Incontrai un vecchio barbuto che mi guardò e mi disse: «Hai fatto passi da gigante, eh?». Gli chiesi perdono ma lui scosse la testa, con tutte e due le mani e quando ebbe finito di vomitare mi disse: «Chi va con lo zoppo arriva tardi, stambecco!» Io lo guardai, mostrandomi dubbioso, poi indicò alle mie spalle. Uno stambecco stava salutando uno zoppo, si infilò in un taxi e corse via a tutta birra. Leccai da terra lo scarico del taxi e riguardai il vecchio barbuto: «Tu devi dirmi qualcosa, lo sento».
«TI DEVO DIRE QUALC...!» smise di urlare il vecchio. «Già. Siedimi e ascoltati» Lo guardai torvo: «Mi stai prendendo in giro? Guarda che non abbocco!» dissi mentre lo mettevo sulla sedia. Lui gettò via la rete da pesca, sconsolato, e mi guardò negli occhi: «Ti fa male?» «Eh, un pò. Ce l’ho da stamattina». «Aspetta, te la levo». Estrasse una trave e la gettò via, schiacciando uno scoiattolo con dei francobolli in mano. «Lo sai che Ortolani potrebbe denunciarti per questa citazione?» mi chiese. «Non è un reato citare!» «Ascolta,» mi disse il vecchio.
...
«Cosa?»
«Ah, già» si risvegliò il vecchio. «Senti, tu hai una missione da compiere: svelare a tutti il segreto dei canguri!». «Che segreto?» chiesi. «Scusa, se te lo dico che segreto è?» disse il vecchio. Lo percossi con una mazza chiodata sui denti: «Basta scherzare! Dimmi sto segreto!» «I fkanfgufi hanno l’lfd nei marfhupi» «Come?» «I fkanfgufi...» Chiamai un dentista, gli feci installare una dentiera nuova e lo cacciai via: «Ripeti, vecchio». «I canguri hanno l’Lsd nei marsupi!».
Lo guardai: «E con questo?». «Bè, ti sembra una roba da poco?». Girai lo sguardo: «Ti prego, tirati sù i pantaloni!» «Scusami», disse il vecchio, alzandosi le braghe. «Chiama tutti, telefona al mondo intero! La gente deve sapere!»
Così presi il cellulare e chiamai il mio amico Vladimir: «Voivodafone, messaggio gratuito: il vampiro da lei chiamato non è al momento raggiungibile. Si prega di... click!» Chiamai Bill: «Windows, messaggio gratuito: il miliardario da lei chiamato no... click!» Stavo cominciando a stufarmi e decisi di chiamare Dio: «Tre, l’entità da lei chiamata non è... click!»
«Insomma, non gli prende a nessuno?» «Credo che ultimamente ci sia pessima roba in giro». «L’unica cosa pessima qui è il tuo umorismo, vecchio».
Lui gettò via un prontuario di Gino Bramieri e chiuse gli occhi a fessura. Gli infilai dentro una monetina e si riaccese. «Lascia stare i cellulari, devi andare in giro per il mondo e dire a tutti che i canguri hanno l’Lsd nel marsupio!» Gettai via due camionette della polizia e lo guardai dritto negli occhi. «No, nientre travi, stavolta. E’ il momento di partire!» mi disse lapidario. Feci una faccia da funerale e distolsi il naso dal vecchio: puzzava come una salma. «E ricorda!» Mi urlò da un loculo. «La calma è la virtù dei morti!» «E la salma?» «Una condizione!».
Gambe in spalla, mi avviai, non senza qualche problema. Le candele erano consumate e il sistema operativo faceva le bizze, inoltre non avevo mai camminato sulle mani.
Arrivai a Sidneyland, un parco divertimenti australiano. Trovai migliaia di menti e doppimenti sulle giostre di ogni tipo, quasi morti dalle risate. Lì, quel giorno, si sarebbe svolta la visita del Re del Mondo, un’occasione unica per svelare a tutti il segreto dei canguri.
Aspettai un’ora per almeno cinque minuti. Quando si presentò, trafelata in volto, si scusò sostenendo che aveva perso di vista l’orologio. Lo vedemmo passare di corsa, qualche minuto dopo le tre del pomeriggio. Evidentemente le quindici lo stavano inseguendo da tempo perchè molti passanti erano avanti di un quarto d’ora e la cintura di almeno mezz’ora.
Quando finalmente arrivò il Re del Mondo, molti erano trepidanti, alcuni sonnacchianti e altri sconcertanti, sicuramente tutti avevano in comune un suffisso e di certo il sindaco non poteva proprio toglierglielo (anche per il verbo piuttosto arduo da pronunciare).
Milioni di televisioni, radio e giornali erano presenti all’evento e se vi aspettate che faccia un doppio senso sulla presenza di migliaia di elettrodomestici, vi sbagliate di grosso, perchè ormai sarebbe banale.
Proprio quando il Re del Mondo salì sul palco, si avvicinò al microfono e aprì la bocca per parlare, io scattai come una molla in avanti e balzai sul palco, rubando al Re del Mondo il microfono. E lo dissi: «Mondo! I canguri hanno l’Lsd nel marsupio!»
Un silenzio attonito calò su tutto il mondo.
Ma non passarono 5 minuti e neanche 10 (perchè ancora stavano inseguendo l’orologio) che una massa di esseri umani senza fine si spostò di colpo in Australia.

Tre mesi dopo, quando i canguri ebbero esaurito tutto l’Lsd, il mondo intero era ancora in uno sballo terminale e l’Australia era sprofondata di 1 metro sotto il livello del mare, tornai dal vecchio.
«Vecchio» gli annunciai. «Hai visto? Ho portato a termine la missione!»
«Ho visto, brav’uomo» mi disse e si addormentò. Lo guardai, soddisfatto, poi voltai le spalle e dopo essere caduto a terra per la mancata coordinazione oculo-toracica, mi rialzai e tornai a casa mia. Mi aspettava e le assicurai che stavolta avrei usato la vasellina!

Volgare.

3 commenti:

Daniele Cascone ha detto...

Non riesco più a commentare i tuoi post. Sono spiazzato. Ora che scrivo? Aiutoooo.... così mi becco l'insufficienza!
Ecco, scrivo questo, che va bene in ogni situazione:
...e io che ti credevo una persona seria...

Anonimo ha detto...

E poi dicono a me che sono malata perchè sfrutto tutti i doppi sensi..tu mi superi di gran lunga..hai incontrato tanti marsupi eh? Dì la verità..

Brukoniglio ha detto...

Non sai quanti... E comunque tu sei malata principalmente perchè continui a darmi retta ;)