1.5.08

Guidare fa male: digli di smettere!

Guidare per tre km, in città, fra un Suv e una Smart è una delle esperienze più terrificanti che abbia mai sperimentato in vita mia. Seconda solamente a eventi come scappare da un edificio durante un terremoto del 7° grado o affettarsi un tallone con la corona della catena di una bici.

Io vieterei per legge di far guidare i Suv a microlesi che non sono in grado neanche di guidare una sorpresina Kinder con le dita; per non parlare di chi, a bordo, di un macchinina telecomandata senza fili chiamata Smart ha dei seri disturbi comportamentali alla guida.

Chi è a bordo del Suv, solitamente nero e largo abbastanza da ricordare una carrozza funebre dell’epoca vittoriana con 670 quintali in più, ha quasi sempre delle pesanti carenze di autostima che lo portano a dover imporsi su qualsiasi vettura di dimensioni inferiori ad autobus e tir, pena la perdita di una ragione per continuare a vivere. Non paghi di questa visione tutta allucinata del codice della strada tendono poi a muoversi a una velocità inversamente proporzionale alle esigenze della strada e del traffico; se davanti a loro c’è un lungo rettilineo di 800 km. privo di qualsiasi ostacolo, disperso nel deserto del Nevada, allora è necessario muoversi a una velocità inferiore ai 158 metri l’ora (per intenderci la velocità massima di un bradipo); quando invece il traffico è così congestionato da rendere il bradipo di cui sopra un vero velocista il soggetto nel Suv tende a far correre il suo carrozzone fino alla fusione del motore: un augurio che rivolgo loro giornalmente.

Il soggetto nella Smart, invece, contrariamente al senso precipuo del nome dato a questa “macchina” soffre di gravi carenze intellettive credendosi a bordo di uno scooter e con una percezione visiva decisamente distorta cerca di infilarsi in luoghi nei quali non passerebbe nemmeno un filo di nylon, causando ovviamente una serie di demolizioni incontrollate a carrozzerie, marciapiedi, oggetti, persone, animali e alla pazienza degli altri automobilisti che abbiano la sventura di incrociarlo. Quando, nonostante tutto, si rende conto di non poter comunque passare viene colto da una serie di attacchi epilettici che si concentrano tutti sul piede che governa l’acceleratore: nello specchietto retrovisore si vede quindi questa merendina a quattro ruote che scatta in avanti ogni due secondi, rombando come la ventola di un portatile: se non si fosse colti da istinti di macellazione nei suoi confronti la scena potrebbe anche risultare davvero esilarante, tant’è che, come succede spesso a ogni portatile che si surriscaldi fin troppo, dopo un po’ l’auto si spegne lasciandoli in panne.

Ora, immaginate che tutto questo accada con voi in mezzo a questi due inetti. Davanti il carrozzone funebre che sembra stia precedendo il lento corteo di un funerale di ultracentenari in carrozzina; dietro uno psicopatico a bordo di una caraffa motorizzata che… accelera/frena/accelera/frena/accelera/spento… all’infinito. Al km 2,5 stavo chiedendo l’intervento aereo della Nato per rendere fine a un tale massacro genitale maschile!

Adesso, cari soggetti a bordo di Suv e Smart, a parte augurarvi le peggiori sventure meccaniche alle vostre “automobili”, vorrei invitarvi cortesemente ad acquistare il seguente oggetto e guidare solo ed escusivamente questo:

E mai, dico mai, senza la supervisione di un adulto!


Update

Dietro preziosa segnalazione di Aerin, vi consiglio di ascoltare la giusta colonna sonora per questo post: una memorabile canzone sulla Smart della Gnometto Band

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Ohhh che emozione, sto diventando famosa *_*