3.1.08

La vera storia del Brukoniglio


Era una notte buffa e tempestosa… fulmini, vento, pioggia, grandine (e anche qualche cavalletta) sferzavano le mura dell'Ospedale psichiatrico "Pickman" di Providence. Era il 29 novembre 1978, le 7.35 di un sordido e inquietante mattino, quando il Caos materializzò sul pianeta Terra il Brukoniglio, un piccolo frugoletto portatore malato di confusione, disordine e demenza senile.

Fin dalla tenera età di due anni cominciarono a rivelarsi le prime inquietanti distorte caratteristiche di questa bomba a quattro arti: comincia ad esempio a giocare a scacchi, imparando in una sola mezz’ora le regole essenziali di svolgimento: l’uso dei pezzi come proiettili da scagliare contro postini, parenti indesiderati e mosche.
A quest’età è già in grado di parlare come un dotto professore universitario: “Bla bla bla bla bla bla” ripetuto ad libitum convince i genitori di aver creato un genio. Legge... legge come un disperato, senza soste, senza interruzioni, fino a quando non riesce finalmente a trovare un libro e getta via un cartellone pubblicitario 20x20 che l’aveva impegnato fino a quel momento.
Come per ogni bambino prodigio, arrivano velocemente anche i vizi e le devianze mentali: comincia a leccare i pezzi del Lego e a fumarsi le istruzioni di montaggio della Megalopoli di Legoland, frequenta squallidi ambienti e cattive compagnie tra cui una sordida bambina di due anni che lo invischia in un losco traffico di Hot-Wheels modificate.
Sembra essere il tracollo quando, finalmente, all’età di 3 anni entra all’Asylum e i genitori traggono un sospiro di sollievo: le innovative cure del Metodo Mind Mayhem sembrano riportarlo sulla giusta strada, tra somministrazioni massicce di Das in endovena e torture medievali estreme. Ma, all’esame di Roschard, il terribile Brukoniglio vede nella figura di Bambi un mostro caprino pronto a sbranare i conigli. E’ la fine!
Passano gli anni e il frugolo passa alle Elementali, dove una maestra comprensiva lo fa assistere alle lezioni da un chiostro grigliato, lontano dagli altri bambini; forse anche per questo, la maestra viene trovata, qualche mese dopo, crocifissa in palestra con un composizione di stecchette di shangai. Il Brukoniglio viene costretto a chiedere scusa ma lui si rifiuta asserendo di non aver ancora completato la lettura del Necronomicon e di ripassare quando avrà rispedito nella sua dimensione il Caos Strisciante.
La scuola, tutto sommato, riesce a finirla, anche grazie all’aiuto di un'escavatrice per demolizioni e cinquanta chili di esplosivo. Nel frattempo la vita sociale prosegue, se possibile, ancora più contorta di prima: organizza un giro di scommesse su alcune gare clandestine in bicicletta a rotelle, ma la polizia lo scopre e sequestra la refurtiva: centinaia di Album Panini falsificati e migliaia di soldatini dipinti a mano con vernice radioattiva.
Finalmente alle Scuole Mediane, il Brukoniglio duella amabilmente con i professori sulla necessità o meno di continuare il percorso scolastico in un carcere psichiatrico orbitale. Dopo molte discussioni i professori decidono di fargli seguire le lezioni incatenato ad un angolo dell’aula, con museruola e guinzaglio, guardato a vista da alcuni serial-killer impauriti.
Nel frattempo, il nostro antieroe non ha imparato la lezione e scopre lo skateboard: convinto che le ruote di Santa Cruz abbiano dei cuscinetti a sfera miracolati comincia a spaccarsi le ossa su ogni spigolo possibile speranzoso in un miracolo di guarigione. La Bmx non lo aiuta a migliorare il suo aspetto deforme e decide di praticare uno sport più tranquillo: il basket. Sembra una fulgida carriera inarrestabile, ma dopo alcuni anni avviene l’incontro con un allenatore russo che gli spiega alcune regole di comportamento in campo. Il Brukoniglio si gratta la testa, lo guarda, osserva il campo di basket disseminato di arti monchi e giocatori sanguinolenti e se ne va via dubbioso.
Finite le Mediane, psicolabile nell’animo e nel corpo, entra baldanzoso al Liceo Arcaico, la scuola più elitaria della città, troppo elitaria per lui; al punto che, dopo aver introdotto l’uso delle scarpe da ginnastica bisunte nel tessuto giovanile scolastico, diventa il terrore di preside e professori raggruppando attorno a sé la feccia della scuola come un magnete. Privo di ideali logici, impersonificazione estrema della polemica, dedito solo alla confusione, il nostro uomo evita ogni tipo di contatto con qualsiasi posizione ordinaria rifiutando in blocco il sistema scolastico dell’epoca: viene bocciato tre volte come misura cautelativa.
Ma in quei cinque anni riesce ad entrare come collaboratore al giornalino della scuola il primo anno, vice direttore il secondo, direttore il terzo e quarto ed editore il quinto. Una scalata senza freni né morale. Dal giornale attacca il potere scolastico costituito e ne denuncia le peggiori nefandezze, con coraggio e ferocia, ardore e convinzione e… nessuno se lo calcola.
Cambia, quindi, scuola e passa all'Istituto Sociopsicopaticopedagogico, covo di rivoluzionari bolscevichi, dove ottiene medie insperate dell’8 e finalmente riesce ad ottenere un diploma che non sia quello trovato nei Kellog's. Anche qui, però, la polemica e la follia prendono il posto del raziocinio al punto da spingerlo a scrivere una chilometrica tesi sull’Islam come compito di religione affidatogli dalla professoressa per fermare la sua evangelizzazione al Caos fra i suoi compagni di classe. La tesi diventerà in breve un fondamentale testo esoterico.
In tutto questo il Brukoniglio scopre anche Internet, trascorre la sua prima settimana a navigare al contrario in cerca di messaggi occulti e fonde il suo primo modem nel tentativo di scaricare l'archivio del Pentagono da Napster. Entra su IRC per ordinare una pizza ma ne esce solo cinque anni dopo kickandosi da remoto. Tenta di costruirsi alcuni siti ma crea inavvertitamente un portale dimensionale verso la Quinta Dimensione: il Tempo Sprecato. Quando finalmente escono fuori i primi blog prefabbricati il Brukoniglio ne apre inavvertitamente uno, poi un altro e un altro ancora e infine altri tre almeno. Poi ne apre uno dove comincia a scriverci e in seguito ne apre un altro dove scrive qualcosa di sensato. Finalmente, dopo numerosi fallimenti, apre la Tana del Brukoniglio; ma un giorno o l'altro smetterà di fallire...
La carriera professionale del Brukoniglio è costellata dei lavori più deliranti: parcheggiatore in un parco acquatico in fallimento, commesso analfabeta in due librerie, giornalista free-demence in una televisione privata e vari organi di stampa, piallatore di travi mannare, spacchettatore di navi da crociere, cassiere velocista d’ipermercati, associatore cibernetico di dati, tecnico ottico-strabico.
La sua vita sentimentale e privata, invece, sembra avvolta nel più oscuro mistero: c’è chi parla di relazioni pericolose, fidanzamenti segreti e matrimoni officiati da rabbini ubriachi nella Moschea dell'Antartide cattolico; altri gli attribuiscono cuori infranti, ossa rotte (le sue) e amori impossibili; si dice abbia figli pazzi e deformi sparsi per gran parte del mondo pronti a reclamarne l'enorme patrimonio.

Leggenda o realtà? Buffa finzione o vero dramma? Qualunque sia la verità questo è quel che si narra del Brukoniglio da decenni.


Attualmente il Brukoniglio vive in una località sconosciuta. Perfino a sé stesso.

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